Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Disagio in salsa ernica

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Ciociaria paranoicaCiociaria Paranoica è un’operazione commerciale spregiudicata. Contiene tutto ciò che si dovrebbe sapere sulla provincia di Frosinone. Una sorta di Lonely Planet che nessuno comprerebbe mai.

Iniziamo dal principio: se Giulio Andreotti non avesse avuto bisogno dei nostri voti, la Ciociaria non sarebbe quella che è oggi.

Non avremmo goduto dei finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno rimanendo così costretti, nell’immaginario collettivo, dentro il ruolo di popolo di contadini e pastori rozzi.

Oggi, invece, grazie al benessere introdotto dalla Democrazia Cristiana, per l’Italia intera siamo quelli della Permaflex di Licio Gelli, quelli di Fiorito, quelli che siamo tutti costruttori. E quelli di Martufello.

La Ciociaria: una terra fantasma, come il Molise e la Basilicata. Quando lo dici in giro, “sono ciociaro”, ti crea un po’ di disagio. Nessuno che sappia dove si trovi. Nelle Marche? In Abruzzo? “No, è nel Lazio”.

“Ah, sei di Roma, allora”, ti dicono. “No, di vicino Frosinone”, ribatti tu. “Ah, dall’accento si sente che sei napoletano”, ti rispondono.
Io sono nato ad Alatri, paese di circa trentamila anime, dove ancora formalmente risiedo.

Mi piace tornare a casa, di tanto in tanto.

Mi piace guardare dalla finestra di camera mia: un ospedale e un cimitero. Dalla finestra della cucina, invece: galline, pecore, maiali e un trattore.

Mi piace il ronzio costante della sega circolare del mio vicino di casa. Da mattina a sera, da quando sono nato (te lo chiedo pubblicamente: ma che cazzo seghi da circa trent’anni?).

Mi piace l’aria buona, ché a volte in città rischio di dimenticare l’odore dello stabbio e l’allergia a fieni e pollini.

Mi piacciono i cibi genuini. Mi piacciono così tanto da rischiare, ogni volta, di tornare a casa con un fisico da modello e ripartire come Giuliano Ferrara.

Mi piace riappropriarmi fieramente del dialetto [NdA: il dialetto in Ciociaria viene insegnato a scuola, roba che se non fossimo tanto terroni la Lega Nord ci indicherebbe come modello da imitare].

Mi piace passare le giornate a discutere di genealogie locali, malattie di parenti di persone che conosco a malapena e di quanto sia scandaloso che “in un paese così bello” i turisti siano sempre così pochi.

E potrei andare avanti ore ad elencare le tante cose che mi piacciono della mia terra: ad esempio i ragazzi col bomberino e i capelli rasati sfumati sui lati e più lunghi sopra, i signori con i camperos e le giacche di pelle che sembrano Little Tony, le automobili più larghe delle strade, le cover band degli Europe, eccetera eccetera eccetera.

Come avrete intuito, sì, questa terra, la Mia Terra, mi piace tanto tanto tanto.

Mi piace quel suo sapore un po’ retrò e spero davvero possa non cambiare mai.

Ciociaria Paranoica viene pubblicata da Gente Comune
“Disagio in salsa ernica” è stato pubblicato sul numero di Luglio 2013

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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