Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Ultimo tango a Monte San Marino

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Sostiene la Procura di Catania che il piano criminale e xenofobo ingegnato da Ong e scafisti prevedesse l’invio di tutti gli immigrati sbarcati a Lampedusa presso Monte San Marino – popolosa frazione di Alatri (FR) persa tra i monti Ernici -, così da indurre alla depressione e all’autolesionismo i profughi (solitamente già segnati – nell’animo e nel corpo – dalle violenze conosciute e subite a casa propria e durante l’attraversamento del deserto e del Mediterraneo), e che il progetto razzista sarebbe riuscito perfettamente se la popolosa frazione di Alatri (FR) persa tra i monti Ernici non fosse stata al centro di un caso politico di rilevanza internazionale.

Accadde infatti che ventidue migranti provenienti dal Mali, pur accolti con amicizia e calore dalla popolazione indigena, si rivolgessero all’avvocato Sistino Mandelo, paladino dei diritti umani, per denunciare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo la depressione e la tendenza all’autolesionismo causati dalla permanenza nella popolosa frazione di Alatri (FR) persa tra i monti Ernici e che il giudice di Strasburgo rilevasse la sua incompetenza rispetto al caso in quanto non risultava che Monte San Marino avesse mai aderito al Consiglio d’Europa.

Dopo ulteriori accertamenti l’avvocato Sistino Mandelo scoprì che la popolosa frazione di Alatri (FR) persa tra i Monti Ernici e celebre per l’accoglienza amichevole e calorosa dei suoi abitanti non solo non aveva mai aderito al Consiglio d’Europa, ma risultava ancora facente parte del dissolto Stato della Chiesa e mai annessa al Regno d’Italia.

Del “caso Monte San Marino, la terra senza Stato”, parlarono Le Monde, il New York Times e The Indipendent. Il neo-presidente statunitense Donald Trump propose all’amichevole e calorosa popolazione della frazione di Alatri (FR) persa tra i Monti Ernici di aderire alla confederazione come cinquantunesimo Stato Americano; la guida suprema della Repubblica Popolare Democratica di Corea Kim Jong-Un annunciò che avrebbe liberato Monte San Marino dal liberismo; Mimma Zavoli, capitano reggente della Serenissima Repubblica di San Marino, propose una fusione per assonanza.

Monte San Marino fu infine annessa alla Repubblica Italiana, e – sostiene la Procura di Catania – le Ong e gli scafisti avrebbero ripreso il loro piano xenofobo se i ventidue immigrati del Mali e l’avvocato Sistino Mandelo non avessero immediatamente ripresentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la depressione e la tendenza all’autolesionismo causati dalla permanenza nella popolosa frazione di Alatri (FR) persa tra i monti Ernici.

La sentenza del giudice di Strasburgo è di pochi giorni fa e ha condannato l’Italia a fornire un Supersantos e due allenatori di comprovata esperienza internazionale ai ventidue profughi del Mali: secondo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, infatti, “il gioco del pallone rappresenta un ottimo antidoto contro la depressione e l’autolesionismo”.

Un Supersantos, tuttavia, non risulta di facile reperibilità in una popolosa frazione di Alatri (FR) persa tra i Monti Ernici e fuori dalla comunità internazionale per tanto tempo: solo gli abitanti del posto – amichevoli e calorosi – hanno potuto salvare l’Italia dall’ennesima figuraccia internazionale offrendo ai migranti l’ultimo pallone rimasto in circolazione, l’ultimo Tango a Monte San Marino.

“Ultimo tango a Monte San Marino” è stato pubblicato nel numero di Giugno 2017 di Gente Comune, periodico gratuito distribuito nella Provincia di Frosinone
[Foto di copertina: Irish Defence Force | LÉ NIAMH rescue of 98 migrants 19th of July 15 | CC BY 2.0]

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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