Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Siren Festival 2018 – Live Report

S

Se esistesse una classifica dei palchi più belli d’Italia, con ogni probabilità il primo in graduatoria sarebbe quello tirato su ogni anno in Piazza del Popolo a Vasto per il Siren Festival, con il mare che sembra correre per chilometri alle sue spalle e con il sole che lascia a bocca aperta noi gente di ponente quando tramonta senza tuffarvisi dentro – e tuttavia non esiste alcuna classifica dei palchi più belli d’Italia.

Esiste, al contrario, il miracolo di un festival che da cinque anni si rinnova in un antichissimo centro della costa adriatica e benedice le sue spiagge, i suoi alberghi, i suoi ristoranti e le sue gelaterie con la presenza di spettatori da ogni dove ed artisti nazionali ed internazionali di primo piano, talmente coinvolti dal clima festivo che non è difficile trovarsi a bere una birra di fianco a Tom Barman dei dEUS o beccare i PiL intenti a fare le boccacce a vostra figlia.

E così io, la mia famiglia e la nostra simpatica combriccola di beoni ci ritroviamo a Vasto di anno in anno ad assistere al prodigio di una rassegna musicale estiva di alta qualità nel centro Italia e a quello del brodetto, una stupefacente zuppa di pesce, entrambe particolarmente gustose nell’anno 2018.

Con una programmazione che quest’anno strizzava l’occhio ad un pubblico di ultratrentenni, la manifestazione è stata aperta al giovedì sera dalla proiezione di una versione restaurata di “Yellow Submarine” nel suggestivo cortile del Palazzo d’Avalos e da una più o meno contemporanea festa in spiaggia per poi esplodere al venerdì mentre sul golfo di Vasto si consumava l’eclissi lunare più lunga del secolo.

Gli Slowdive – che avevano involontariamente anticipato la line-up del festival attraverso i propri profili social – sono i primi ad incantare da [quello che sarebbe] il palco più bello d’Italia [se esistesse una classifica dei palchi più belli d’Italia]: riunitisi nel 2014, la loro ora di musica non risente di scioglimenti ed età ma gode di un’intesa e una maturità invidiabile.

Li segue sullo stesso palco due ore dopo Cosmo, primo artista ad occupare simbolicamente il festival per conto dell’etichetta 42 Records (il secondo sarà Colapesce il giorno seguente) con il suo party pop-elettronico che fa ballare e divertire una Piazza del Popolo che aveva accolto noi più maturi – reduci dal concerto dei tedeschi Lali Puna nel cortile del Palazzo d’Avalos e da un pit-stop ai chioschi del pesce take-away – e tutti gli altri – che invece s’erano impegnati nell’ascolto di M¥ss Keta.

A chiudere la giornata sono stati i belgi Soulwax con il loro progetto 2manydjs.

Da segnalare tra le altri, nel programma del venerdì, l’esibizione di Mouse on Mars nel Cortile d’Avalos e quella di Germanò sul mini-palco-fronte-golfo-di-Vasto di Porta San Pietro.

Poi il sabato uno sciopero dei dipendenti Ryanair ha impedito ai Toy di esibirsi, e tuttavia l’attenzione è stata catalizzata dal poker Colapesce – Rodrigo Amarante – dEUS – Public Image Ltd.

Vestiti da sacerdoti, il cantautore siciliano e la sua incredibile band (della quale fa parte anche Adele Nigro, cantante dei Any Other esibitisi la sera precedente nei Giardini d’Avalos) portano sul palco le canzoni dell’ultimo album Infedele, lasciandomi strabiliato per la resa dal vivo.

L’esibizione del polistrumentista brasiliano Rodrigo Amarante nei suggestivi giardini del Palazzo d’Avalos lascia a bocca aperta gli spettatori, in particolare un mio amico toscano che ascoltandolo accusa sintomi propri della sindrome di Stendhal.

I dEUS tornano in Italia senza il chitarrista Mauro Pawlowski, ennesimo cambio di formazione della band attorno al frontman Tom Barman, eppure, nonostante i pezzi più recenti risultino meno entusiasmanti di quelli dei primi quattro album – degnamente rappresentati da Instant Street, Roses, Hotellounge e Suds & Soda – e costringano il cantante a chiedere una maggiore partecipazione del pubblico, il gruppo di Anversa continua ad essere una bomba atomica dal vivo.

Il pubblico si divide poi tra i PIL – riservati al pubblico più maturo –, l’elettronica degli Ivreatronic nel cortile del Palazzo d’Avalos e gli stand enogastronomici.

Tra i tanti, da segnalare nella stessa giornata le esibizioni dei Bud Spencer Blues Explosion, Amari e Mèsa.

La domenica, poi, mentre Nic Cester si esibisce nella Chiesa di San Giuseppe, la mia famiglia con la sua simpatica combriccola di beoni si reca ai Bagni 51 di Vasto Marina, dove è stato montato un palco sulla spiaggia, a godere dell’ultimo sole e degli ultimi suoni, subito prima di tornare ad attendere l’estate del 2019. Per un altro Siren Festival. E per un altro brodetto.

Live Report per realizzato per DIRT, pubblicato il 7 agosto 2018

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

Commenta questo post

Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

Contattami