Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Alatri. Dopo l’omicidio di Thomas Bricca

A

Della comunità cittadina di Alatri (FR), della quale non mi onoro di far parte, segnata negli ultimi giorni da un (ennesimo) fatto di sangue, per altro – giustamente – finito sulle prime pagine dei quotidiani e nei titoli dei telegiornali, mi impressiona la volontà di voltare pagina velocemente senza alcuna riflessione pubblica sullo stato e sul futuro della città, di derubricare un (ennesimo) omicidio a un incidente di percorso, di ripararsi dietro al sacrosanto sentimento del lutto per non tirare in ballo le nostre mancanze, i nostri segreti di Pulcinella, i nostri rapporti amicali, parentali, affettivi, affaristici. Mancano, mi pare, soprattutto le capacità per un’analisi e per stilare un progetto a lungo termine in favore dei giovani e dei giovanissimi, e per farlo senza tirare in ballo (come accade in ogni provincia italiana che si rispetti, per carità) quelle vecchie pietre e tradizioni che riscontrano scarso interesse (mi pare ormai chiaro) sia nei forestieri sia tra i ragazzi e le ragazze del posto. Non percepisco nessun movimento né nella cosiddetta società civile né nelle istituzioni pubbliche, se non la (sacrosanta) curiosità per la cronaca nera, i pettegolezzi e i fatti tecnici. Mi pare si stia compiendo un grande rituale autoassolutorio. Certo, la riflessione pubblica sulla morte di Emanuele Morganti, sei anni fa, non portò alcun risultato, e tuttavia ho la sensazione che ci fu (con tutti i limiti della società civile locale e con tutti quelli dell’allora amministrazione comunale, che in confronto a quella attuale mi sento di definire illuminata, quasi di stampo mitterandiano) perché i protagonisti di quella vicenda erano ritenuti quasi corpi estranei alla società di questo stramaledetto paesino del basso Lazio. Mi colpisce, poi, che Alatri (FR) sia oggi governata da un’amministrazione di destra, che a seguito di fatti di droga e sangue dovrebbe mostrarsi piuttosto incazzata: da antiproibizionista e antimilitarista mi aspettavo di criticare il sindaco e la sua giunta per questioni diametralmente opposte, e invece no. Sei anni fa, dicevo: fa impressione pensare che molti dei presunti protagonisti di questa vicenda, e certamente il povero ragazzo ucciso e i giovani che erano con lui al momento dello sparo, ai tempi dell’omicidio Morganti frequentavano le scuole medie, o addirittura le scuole elementari. Cesare Pavese annotò sul suo diario che «tutti i pazzi, i maledetti, i criminosi sono stati bambini, hanno giocato come te, hanno creduto che qualcosa di bello li aspettasse. Quando avevano tre, sette anni, tutti, quando nulla era avvenuto o dormiva solamente nei nervi e nel cuore». Tutti sono stati bambini, tutti dovevamo e dovremmo fare del nostro meglio per salvarli – per quel che mi riguarda, poi, tutti, a qualsiasi età, qualsiasi sia stato il loro percorso di vita, possono e hanno il diritto di salvarsi, dove salvarsi vuol dire conseguire una felicità senza far del male ad altri. Ho la sensazione che la società di questo paese nel quale abito, Alatri (FR), vada invece in direzione opposta. E allora, si salvi chi può.

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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