Ho sempre difficoltà a schierarmi nei conflitti tra nazioni, non perché non sappia riconoscere i torti o le ragioni, ma perché si basano su presupposti che trovo assolutamente primitivi e perché si corre sempre il rischio di confondere gli abitanti di un territorio con il loro governo e con la loro classe dirigente. Avremmo un bisogno sfrenato di utopie, e invece siamo tutti così invischiati in questa retorica di bandiere, inni, confini, popoli e patrie, nel pragmatismo a tutti i costi, così incazzati e impauriti che rischiamo sempre di perdere di vista gli unici obiettivi possibili, quelli della convivenza, della tolleranza e della sopravvivenza della specie. Serenità e prosperità, non auspico null’altro e non ho nient’altro da difendere.