Antonio Coletta Autore, ufficio stampa, redattore editoriale

Emergenza o non emergenza?

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È ridicolo anche solo ipotizzare che un’emergenza sanitaria possa essere risolta chiudendo palestre e piscine, teatri e cinema, ristoranti e bar dopo le 18 e alla domenica – a meno che non si ritenga che chiamarla “emergenza sanitaria” sia un’esagerazione.

Se un nuovo lockdown fosse necessario per salvaguardare la salute di tutti, il governo dovrebbe avere il coraggio di imporre delle misure a favore delle piccole aziende, dei piccoli esercizi commerciali, delle fasce più deboli dei lavoratori (misure che potrebbero essere a volte molto impopolari tra noi benestanti): penso, per esempio, a un blocco dell’esigibilità dei debiti fino a tre mesi dalla fine del lockdown, a un prelievo forzoso dai conti correnti, a una tassa sui patrimoni sopra i 100.000 euro, a un blocco o a uno sconto delle tasse per le partite iva a seconda del fatturato nell’ultimo anno, a una cassa integrazione pagata subito, a un reddito di sussistenza per chi non potrà lavorare – ma sono sicuro che chi si occupa di queste cose saprebbe fare di meglio, se l’interesse fosse quello di garantire la sussistenza di chi potrebbe non farcela e non la sopravvivenza degli attuali rapporti di forza.

Se l’esperienza del lockdown precedente fosse servita a qualcosa, poi, penso che il governo avrebbe smantellato in fretta la sanità gestita per regioni – magari, avrebbe smantellato del tutto il regionalismo e la malsana idea di gestire interessi pubblici attraverso aziende.

Invece – cristo – siamo qui ancora a chiederci se un’emergenza sanitaria esista o no, se la salute degli individui valga quanto la salvaguardia di un sistema economico, se saremo più noi benestanti a morire di covid adesso o saranno di più i poveracci che moriranno di fame dopo.

Intanto, pare anche che sia confermato per i prossimi giorni, in tutta Italia, il concorso straordinario per l’insegnamento, in piena pandemia – che presuppone non solo assembramenti ma anche ricorsi di chi non potrà partecipare, di chi vincerà e poi sarà escluso dopo i ricorsi, tribunali, blocchi, spese, eccetera – ma, per dire, il noto sportivo Antonio Coletta, tuttavia, dalla prossima settimana non potrà andare in piscina.

Mi pare un governo schizofrenico – o, forse, peggio, solo un po’ sprovveduto e un po’ vigliacco.

A proposito dell'autore

Antonio Coletta

Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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Antonio Coletta è autore, ufficio stampa e redattore editoriale freelance. Ha fondato numerosi blog e strambe webzine e collaborato con molte testate e troppi siti internet. Ha raccontato la sua fallimentare esperienza di addetto stampa del cantautore Calcutta in «Calcutta. Amatevi in disparte» (Arcana, 2018), pubblicato la raccolta di racconti «Mia madre astronauta» (Ultra, 2019) e partecipato all'antologia «Qui giace un poeta» (Jimenez, 2020) con un racconto su Roberto Bolaño.

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