In metropolitana mi piaceva origliare le conversazioni e spiare i titoli dei libri letti dai miei compagni di viaggio e provare a indovinare qualcosa sulle loro esistenze. Oggi mi diverto invece ad ascoltare conversazioni impossibili tra i passeggeri, tutti sordi persi nei loro auricolari, e a spiare gli schermi dei telefoni degli altri, come quello del ragazzo in piedi accanto a me che, immagino, deve aver conosciuto nella sua vita solo ragazze dai grandi seni. Deve sentirsi piuttosto spaesato stretto com’è tra me e la donnina pensionata che guarda un video di animaletti che ballano la lambada, a alto volume, e sorride.